Vivian Maier "The Exhibition"

Vivian Maier "The exhibition", la mostra della fotografa nella città eterna, presso il nuovo "Museo del Genio" (Istituto Storico e di Cultura dell'Arma del Genio).
Vivian Dorothy Maier (1926-2009) è stata una fotografa statunitense, ha trascorso la maggior parte della sua vita lavorando come tata (bambinaia/governante), principalmente a New York e Chicago.
La sua vasta opera artistica rimase sconosciuta per tutta la vita. Venne scoperta solo pochi anni prima della sua morte, quando, a causa di affitti non pagati, il contenuto di un suo box (oltre 100.000 negativi) fu venduto all'asta nel 2007. L'acquirente, John Maloof, ne svelò il valore.
È considerata una figura di spicco della street photography americana, oggi è celebrata nei più importanti musei del mondo.
Il suo stile è caratterizzato da immagini in bianco e nero limpide e schiette della vita di strada.
Una profonda attenzione ai volti, alle espressioni e alle disuguaglianze sociali.
Famosi i suoi autoritratti enigmatici, spesso realizzati attraverso riflessi in vetrine o specchi.
Fotografava costantemente (usando soprattutto una Rolleiflex) ma lo faceva per sé stessa, quasi senza sviluppare né stampare le pellicole. L'atto fotografico sembrava essere più importante del risultato finale e della pubblicazione.
Oltre alla sua vasta produzione fotografica (principalmente Street Photography), Vivian Maier nel corso della sua vita ha anche girato numerosi filmati in Super 8 e registrazioni audio (su audiocassette).
I suoi filmati, come le sue fotografie, catturano la vita quotidiana delle città americane (soprattutto New York e Chicago) tra gli anni '50 e '70. Offrono una testimonianza spontanea e documentaristica della gente comune e delle strade dell'epoca.
Per la prima volta dalla sua costruzione negli anni ’30, l’Istituto Storico e di Cultura dell'Arma del Genio (Sito in Roma, Lungotevere della Vittoria n° 31), edificio di oltre 4.000 metri quadrati, riaprirà al pubblico nella nuova veste di grande centro culturale, che ospiterà due importanti esposizioni:
“Vivian Maier - The Exhibition”, dedicata alla più amata fotografa americana di cui ricorre il centenario e “Pop Air” di Ugo Nespolo Maestro del surreale e sperimentale presentata in anteprima nazionale, con le imponenti sculture del celebre artista.
La mostra di Vivian Maier al Museo del Genio a Roma (aperta dal 31 ottobre 2025 al 15 febbraio 2026), è stata volutamente affiancata all'esposizione, "Pop Air" di Ugo Nespolo, creando così un contrasto tra la leggerezza del linguaggio contemporaneo e la sensibilità dell'intensità degli scatti di vita vissuta della fotografa, una sorta di percorso attraverso un viaggio che passa per la solennità dei luoghi storici.
Il Tesoro ritrovato, inedito per questa esposizione presenta più di duecento opere, inclusi scatti celebri, immagini autentiche, e, cosa fondamentale, opere vintage (stampate dall'artista stessa o su sua indicazione), sezioni che per la prima volta danno una visione a tutto tondo della Maier, evidenziando il suo interesse per il cinetismo.
La curatrice Anne Morin, considerata la più grande esperta mondiale di Vivian Maier, ha lavorato per oltre dieci anni alla selezione delle opere, dato che l'archivio ammontava a circa 150.000 pezzi tra stampe, negativi mai stampati e rullini mai sviluppati.
Da un progetto di Vertigo Syndrome e in collaborazione con diChroma photography, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia.
Questa mostra non è solo un'occasione per ammirare le foto di strada di New York e Chicago o altri posti, ma è anche il simbolo della rinascita e dell'apertura alla contemporaneità, di un inaspettato luogo storico romano, per uno spazio che custodisce la memoria, promuove la ricerca e si apre all’incontro tra passato e presente.
STORIA DELLA SEDE:
Nato nei primi anni del Novecento come Museo dell’Ingegneria Militare Italiana, l’attuale Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio, oggi conosciuto dal grande pubblico come Museo del Genio, affonda le sue radici in un momento cruciale della storia italiana: quello in cui la giovane nazione post-unitaria cercava simboli e strumenti per costruire la propria identità. In questo contesto, celebrare l’ingegneria e l’architettura militare – campi in cui l’Italia eccelle da sempre per ingegno e visione – significava raccontare la modernità di un Paese in piena trasformazione. Dopo aver avuto diverse sedi storiche, l’Istituto trova la sua definitiva collocazione nell’attuale complesso monumentale sul Lungotevere della Vittoria, costruito tra il 1936 e il 1939 su progetto del tenente colonnello del Genio Gennaro De Matteis. L’edificio è uno dei migliori esempi di architettura istituzionale del Novecento: un equilibrio tra razionalismo e neoclassicismo semplificato, il complesso si distingue per il rigore compositivo, l’uso sapiente dei materiali – dal travertino romano ai mattoncini – e l’impatto scenografico dell’esedra d’ingresso e dei torrioni fortificati. Al suo interno, l’Istituto custodisce un patrimonio di straordinario valore storico e tecnico, un’ampia carrellata documentale dei mezzi di trasmissione – dai segnali a fuochi dell’epoca omerica, all’impiego dei colombi viaggiatori, ai mezzi ottici sempre più perfezionati e quindi dal telegrafo, alla radio e al suo geniale inventore, Guglielmo Marconi, capitano del Genio, e ai suoi rivoluzionari apparecchi – i plastici delle città italiane, i modelli di ponti, strumenti e apparati delle specialità del Genio (Pionieri, Pontieri, Guastatori, Ferrovieri), ma anche un ricco patrimonio documentale, con oltre 24.000 volumi, 30.000 fotografie storiche, 20.000 iconografie e 150.000 documenti provenienti da secoli di storia militare e scientifica italiana.

Da un’iniziativa del
Ministero della Difesa, Esercito Italiano e
Difesa Servizi, società in house del Ministero della Difesa che valorizza gli asset del Dicastero, il progetto è prodotto e organizzato da
Arthemisia e con il patrocinio della
Regione Lazio.
Il progetto è in partnership con Fondazione Terzo Pilastro Internazionale e
Poema e vede come sponsor
Generali Italia con il programma
Generali Valore Cultura, mobility partner
Frecciarossa
Treno Ufficiale e media partner
la Repubblica.











